LA DIRETTIVA RIMPATRI

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Gli effetti della Direttiva 2008/115/CE sul sistema penale delle espulsioni

Ardita, Claudia Maria

29 novembre 2011

pdf  / 189 Pagine in formato A4 (21X29,7 cm)

L’opera ricostruisce il quadro generale della disciplina delle espulsioni come tratteggiata dal d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, soffermandosi sulle recenti evoluzioni che hanno interessato la disciplina medesima ad opera del Legislatore comunitario. L’opera ripartita in V capitoli si sofferma in particolare sui profili di criticità e di contrasto tra la normativa nazionale in materia di espulsione e quella comunitaria a seguito della Direttiva Rimpatri. Dopo una analisi dell’impatto della Direttiva Rimpatri nell’ordinamento nazionale, si fornisce una ampia descrizione degli obblighi e oneri esistenti in capo agli operatori del diretto in materia di espulsioni.

40,00

  • editore: Exeo
  • collana: avanguardia giuridica
  • numero in collana: 20
  • isbn: 978-88-95578-67-5
  • sigla: MA20
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 29,7
  • larghezza: cm 21
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto

SOMMARIO
PREFAZIONE
INTRODUZIONE
1. Introduzione
2. Piano dell’opera
CAPITOLO I - PROFILI GENERALI
SEZIONE I - LA DISCIPLINA DELL’ESPULSIONE
1. Premessa
2. La disciplina interna in materia di espulsioni
2.1. Espulsione amministrativa
2.2. Espulsione a titolo di misura di sicurezza
2.3. Espulsione a titolo di sanzione sostitutiva o alternativa alla detenzione
2.4. Le nuove tipologie di espulsioni introdotte dalla L. 94/2009
3. L’esecuzione delle espulsioni amministrative
4. L’influenza della Direttiva Rimpatri sulla disciplina in materia di espulsioni. Rinvio
SEZIONE II - I REATI COLLEGATI ALL’ESPULSIONE: DIRITTO PENALE VS. DIRITTO DELL’IMMIGRAZIONE
1. Diritto penale vs. Diritto dell’immigrazione: considerazioni generali
2. La Corte Costituzionale disse valgono per tutti i diritti umani, l’interprete rispose vale per tutti il principio di materialità del fatto. L’aggravante di clandestinità
3. La contravvenzione di ingresso e soggiorno illegale davanti alla Corte Costituzionale.
4. L’art. 14 comma 5-ter
4.1. L’art. 14 comma 5-ter: tra disapplicazione e giustificato motivo
4.2. Applicazione del giustificato motivo oltre i casi dell’art. 14, comma 5-ter
CAPITOLO II - DIRITTO PENALE E DIRITTO COMUNITARIO
SEZIONE I - PROFILI E LIMITI DELL’INTERVENTO DEL DIRITTO COMUNITARIO IN MATERIA PENALE
1. Premessa
2. Natura assoluta o relativa della riserva di legge: profili e limiti di intervento del diritto comunitario
2.1. Segue efficacia diretta ed efficacia riflessa
3. Esiste un diritto penale europeo? Considerazione ante Trattato di Lisbona
3.1. La diversa tesi della Commissione Europea
3.3. Le obiezioni del Consiglio UE
3.4. La soluzione adottata dalla Corte di Giustizia
4. Il Trattato di Lisbona
5. La sentenza El Dridi: regola o eccezione?
SEZIONE II - LA DIRETTIVA RIMPATRI: DISCIPLINA E AMBITO DI APPLICAZIONE
1. La Direttiva rimpatri: disciplina e ambito di applicazione
2. Decisione di rimpatrio e allontanamento dello straniero
3. I profili di contrasto tra la Direttiva Rimpatri e la disciplina del TU immigrazione
4. La disciplina del trattenimento nei centri di permanenza temporanea
5. I delitti di inosservanza dell’ordine di allontanamento del questore
SEZIONE III - IL DIBATTITO IN DOTTRINA CIRCA LA NATURA SELF-EXECUTING DELLA DIRETTIVA RIMPATRI
1. Considerazioni generali
2. Le tesi in dottrina e in giurisprudenza circa la natura della Direttiva Rimpatri
3. La Corte di giustizia sposa la tesi dell’immediata applicabilità della Direttiva
CAPITOLO III - IL RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA RIMPATRI
1. Premessa
2. Il decreto legge 23 giugno 2011 n. 89
3. Il rimpatrio immediato dello straniero
4. La partenza volontaria e le misure utili per scongiurare il pericolo di fuga
5. Il trattenimento
6. L’inottemperanza all’ordine di allontanamento
7. Il divieto di reingresso
8. La Circolare del capo della Polizia c.d. Circolare Manganelli
9. La Legge di conversione
CAPITOLO IV - L’IMPATTO DELLA DIRETTIVA RIMPATRI SUI REATI DI CUI ALL’ART. 14 COMMA 5-TER E 5-QUATER TU IMMIGRAZIONE
1. Premessa
2. Gli effetti della sentenza El Dridi sul sistema penale italiano
3. Profili di diritto penale intertemporale. Gli effetti della sentenza El Dridi sui procedimenti in corso per il delitto di cui all’art. 14 comma. 5-ter TU immigrazione e sulle relative determinazioni del p.m.
4. La sorte degli ordini di allontanamento emessi prima e dopo il termine di recepimento, secondo la tesi della natura non self-executing della Direttiva Rimpatri
5. La tesi degli effetti della sentenza El Dridi per la tesi secondo cui la Direttiva Rimpatri non incide sulla disposizione penale. Cenni
6. L’impatto della sentenza El Dridi sui procedimenti in corso per reati diversi da quelli di cui all’art. 14 comma 5-ter TU immigrazione
7. Gli effetti della sentenza El Dridi sulle sentenze definitive di condanna per i delitti di cui all’art. 14 TU immigrazione
8. La nuova formulazione dell’art. 14 comma 5-ter del Decreto 89/2011 e profili di diritto penale intertemporale
CAPITOLO V - PRIME LINEE GUIDA PER LE AUTORITÀ GIUDIZIARIE E AMMINISTRATIVE
1. Premessa
2. Obblighi gravanti sulle autorità amministrativa prima e dopo il Decreto n. 89, 23 giugno 2011
3. Obblighi gravanti sui giudici ordinari
4. Le comunicazioni delle Procure
4.1. Le Comunicazioni del Procuratore della Repubblica di Roma, 7 febbraio 2011 e del Procuratore della Repubblica di Milano, 11 marzo 2011
4.2. Nota del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, 5 Maggio 2011
4.3. Le comunicazioni delle altre Procure
ALLEGATI - TAVOLA SINOTTICA
ALLEGATI - DIRETTIVA 2008/115/CE
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
ATTI DEI CONVEGNI

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Il diritto dell’immigrazione costituisce una scoperta alquanto recente per il nostro ordinamento. Il diritto dell’immigrazione è allora costituito dall’incontro di più branche del diritto: da qui il suo fascino in quanto lo stesso consente all’interprete di effettuare una analisi interdisciplinare, non limitata ad un determinato settore. La Direttiva Rimpatri costituisce un argomento nuovo ed interessante, il cui percorso evolutivo è tratteggiato nella presente opera in modo originale ed innovativo, soffermandosi su tutte le sfaccettature in cui incide la stessa. L’opera si articola in V capitoli, ognuno di essi è preceduto da una breve premessa volta a guidare il lettore alla comprensione delle maggiori problematiche relative a ciascun capitolo. Il capitolo I introduce i profili generali in materia di diritto dell’immigrazione ed in particolare espone in modo esaustivo la disciplina dell’espulsione, regolata dal D.lgs. 286/1990, prima del recepimento della Direttiva Rimpatri. Il capitolo II mira a delineare i rapporti tra l’ordinamento penale e quello comunitario, studiando le possibili interazioni tra gli stessi. Il capitolo III è, invece, dedicato al recepimento della Direttiva Rimpatri nel nostro ordinamento attraverso un esame degli strumenti normativi con cui è avvenuto l’adeguamento del sistema nazionale al diritto comunitario. Il capitolo IV, di particolare rilevanza, si interroga circa gli effetti della Direttiva Rimpatri nel sistema penale dell’espulsioni, soffermandosi in modo critico sulla situazione ante e post Direttiva Rimpatri. Infine, il capitolo V persegue l’ambizioso obiettivo di delineare le prime linee guida volte a guidare l’operatore del diritto alla corretta applicazione della disciplina dell’espulsioni a seguito del recepimento della Direttiva Rimpatri.

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La Direttiva Rimpatri. Gli effetti della Direttiva 2008/115/CE sul sistema penale delle espulsioni
Si presenta la descrizione dei diversi provvedimenti di espulsioni regolati dal TU immigrazione. L’art. 13 TU immigrazione disciplina l’espulsione amministrativa. Accanto ai provvedimenti di espulsione amministrativa, l’art. 15, TU immigrazione, regolamenta l’espulsione a titolo di misura di sicurezza. I commi da 5 e segg. dell’art. 16, TU immigrazione, introducono poi la figura di «sanzione alternativa alla detenzione». Con la L. 94/2009 sono state inoltre introdotte nuove restrizioni nella disciplina relativa all’ingresso e soggiorno, che per via mediata incidono nella materia delle espulsioni.
L’art 14, TU immigrazione si occupa degli aspetti operativi dell’espulsione. Il sistema interno delle espulsioni amministrative (art. 13 TU immigrazione) si fonda principalmente sulla espulsione coattiva.
La disciplina dell’immigrazione presenta notevoli distonie con il diritto penale, tanto da fare intervenire più volte la Corte Costituzionale. La Corte Costituzionale ha con la sentenza n. 249, 8 luglio 2010 dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’aggravante della clandestinità, ex art. 61 n. 11-bis c.p Con la sentenza n. 250, 8 luglio 2010, la Corte Costituzionale si è soffermato invece su l’art. 10-bis. Con la sentenza 13-17 dicembre 2010, n. 359 la Corte Costituzionale è stata chiamata, altresì, a valutare la compatibilità, con i principi della Carta fondamentale, dell’art. 14, comma 5-quater del TU immigrazione.
La Direttiva persegue il duplice scopo da un lato di armonizzare le legislazioni nazionali in punto di espulsione, creando così un sistema omogeneo e soprattutto efficace, ma dall’altro quello di indicare ben precisi paletti alla limitazione della libertà personale nei confronti del clandestino. In particolare la Direttiva Rimpatri stabilisce che il giusto interesse all’effettiva espulsione degli stranieri irregolari trova un limite nel rispetto della libertà personale dell’espellendo che può essere limitata in maniera proporzionale.
Le discrasie presentate dall’ordinamento nazionale rispetto alla Direttiva Rimpatri hanno reso necessario il recepimento da parte del legislatore nazionale della Direttiva stessa con conseguente modifica dell’ordinamento interno. Il Decreto Legge, 23 Giugno 2011, n. 89 prevede una procedura di espulsione coattiva immediata, previa valutazione del singolo caso, laddove il cittadino irregolare di un paese terzo costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, la pubblica sicurezza o la sicurezza nazionale, ovvero quando lo straniero abbia tenuto comportamenti che denotano la volontà di non assoggettarsi alla procedura di rimpatrio.